(Viaggio digitale nell’universo a 5 stelle)
Il MoVimento 5 Stelle è sicuramente l’argomento del momento e ci sono buone ragioni perché lo sia. Non sto ad analizzare i contenuti della loro proposta politica, per certi versi rivoluzionaria e condivisibile. Voglio invece affrontare il core business del loro sistema di comunicazione, cioè il web e come lo usano. È infatti opinione comune che il M5S utilizzi la rete al massimo della sua potenzialità, anzi, sovrappone di fatto il sistema con le persone che lo utilizzano. Uno dei libri di Grillo Davide Casaleggio, pubblicizzato ampiamente sul suo blog, si intitola infatti “Tu sei Rete”: gli attivisti stessi sono (dovrebbero) quindi essere gli strumenti di comunicazione del movimento, che avviene (avverrebbe) su Internet. Chiedo scusa per i condizionali tra parentesi, ma è per rimarcare la differenza tra la teoria e la realtà. La strategia però è chiara, ma è soprattutto rivoluzionaria e anticipatrice, perché in futuro funzionerà così per tutti.
Breve storia del M5S, così ci chiariamo un po’ le idee. Tutto nasce da una serie di eventi spontanei che porta alla nascita del movimento Amici di Beppe Grillo, che nel 2005, su invito dello stesso Grillo, si organizzano su scala territoriale utilizzando il social network americano MeetUp per tenersi in contatto tra loro e organizzare eventi. I vari gruppi territoriali prendono appunto il nome di MeetUp e saranno l’incubatore, di lì a qualche anno, del MoVimento 5 Stelle (la V maiuscola sta per Vaffanculo). Il nome non è farina del sacco di Grillo, ma dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, che ogni anno assegna il premio nazionale “Comuni a 5 stelle” a quelle amministrazioni che si sono particolarmente distinte nella diffusione di nuove consapevolezze e stili di vita all’insegna della sostenibilità, sperimentando buone pratiche attraverso l’attuazione di progetti concreti, ed economicamente vantaggiosi, legati alla gestione del territorio, all’efficienza e al risparmio energetico, a nuovi stili di vita e alla partecipazione attiva dei cittadini (dallo Statuto dell’Associazione dei Comuni Virtuosi). Insomma, Grillo preleva un programma politico già fatto e lo trasporta nel M5S, poi elabora e deposita il marchio che da quel momento appartiene a lui. Attenzione, appartiene a lui e basta, non al movimento, questo vuol dire che tutti quelli che vogliono organizzare una lista civica ispirata ai principi del M5S devono avere la sua personale approvazione. È la base di un sistema politico verticistico senza paragoni in Italia e forse nel mondo, in cui è stimolata la partecipazione diretta dei cittadini per quanto riguarda la gestione territoriale locale, ma in cui le decisioni relative all’organizzazione interna del movimento vengono prese da una sola persona. Beh, diciamo due. Grillo e Casaleggio, il consulente aziendale e mago del web che da anni fa coppia fissa con Beppe Grillo, che gli organizza il blog e che ha avuto l’idea dei MeetUp e dello stesso M5S. Ci sarebbe qualcosina da dire sulle relazioni di Casaleggio con la grande industria delle multinazionali, ma per il momento lasciamo perdere. Torniamo invece a beppegrillo.com, il sito da cui è partito tutto, una vera corazzata e l’unico sito che può competere con i migliori blog (e non solo) internazionali per numero di accessi. Indubbiamente vengono trattati argomenti molto sentiti e questo non può che essere un suo merito. Il sito di Grillo, tra le altre cose, è anche l’organizzatore del movimento, ma soprattutto l’unico vero punto di riferimento dei suoi attivisti e dei suoi simpatizzanti. Il sistema quindi è verticistico e anche fortemente centralizzato, checché se ne dica.
Gran parte dei MeetUp aveva a suo tempo aperto i propri siti, che dall’ottobre 2009 in poi, con la nascita ufficiale del movimento, sono diventati i siti locali del M5S. Non tutti però, alcuni sono rimasti fermi al concetto di MeetUp, a volte per scelta, altri invece sono in paziente attesa dell’imprimatur concesso da sua santità Beppe Grillo, che prima di concederlo vuole essere sicuro che sia tutto in regola. Sto esagerando? A suo tempo venne fondato il MeetUp 533, che esiste ancora. Si tratta di un MeetUp riservato ai soli responsabili (chiamati organizer) dei MeetUp locali e che ha il compito di organizzarne le attività, possibilmente aiutandosi a vicenda. Non si sa bene quanto funzioni perché non è una cosa granché trasparente, anzi, all’inizio non era nemmeno accessibile. Comunque, giusto per rendere l’idea, il MeetUp 533 si era a un certo punto posto il problema di elaborare un regolamento generale dei MeetUp. Tra le varie proposte c’era anche quella di inserire l’articolo: solo chi giura fedeltà a Beppe può iscriversi al MeetUp. Solo chi giura fedeltà. La cosa non ha avuto seguito, i MeetUp locali rimangono delle isole autogestite con molte luci e qualche ombra, ma la vicenda è comunque inquietante. Di quali ombre sto parlando? Lascio la parola a Nicoletta Selis, a lungo organizer grillina: Io faccio parte di uno di questi MeetUp Amici di Beppe Grillo. Avendo fatto attività politica in un piccolo partito e credendo moltissimo nell’ambientalismo, nella giustizia e nella legalità ho pensato fosse un modo per riavvicinarmi alla politica nell’ottica del movimento. La cosa strana però è che per far parte di un MeetUp di Grillo bisogna pagare una quota mensile. A pensarci, anche in un partito o in un’associazione si paga una tessera. Ma qui è una quota mensile, neanche piccola. In nome degli ideali grilleschi in cui ci identifichiamo, l’abbiamo sopportato, ma è stato l’inizio di una serie di elementi che nel tempo sono emersi e ci fanno essere sempre più critici nei confronti del nostro amico Grillo. Nei MeetUp si iscrivono tantissime persone e dietro un nick name rigorosamente protetto puoi scrivere valanghe di post e non fare alcuna attività concreta. È il bello di internet che impegna ore del tuo tempo a scrivere per animare un gruppo dove il tasso di attivisti è bassissimo, e in alcuni casi inesistente. Lo sport preferito sembra essere quello di litigare e parlar male degli altri, e per decidere dove e quando incontrarsi si impiegano decine di post. Nei MeetUp non esistono regole di democrazia interna, ha ragione chi paga, perché pagando si diventa Organizer, ossia responsabile del gruppo. Poco importa se gli altri non sono d’accordo e se non vieni eletto. Da quel momento puoi decidere tutto, cancellare membri, e post indesiderati. [Fonte]
I siti locali del movimento servono quindi a organizzare gli attivisti, ma non servono come riferimento per i simpatizzanti. Volete una prova? Il 3 luglio ho fatto una “fotografia” della presenza sul web del M5S e ho scoperto, con mia sorpresa, l’arretratezza del movimento su questo tema. Esiste un sito nazionale (che dipende, come anche tutti quelli locali, dal sito di Beppe Grillo) che ospita un forum di discussioni e poco altro. Poi ci sono i siti regionali. Più o meno. Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Lazio, Puglia, Sicilia e Sardegna non hanno un sito regionale. La Calabria è ferma al MeetUp regionale. In quello della Toscana non è postato niente (c’è un video del 2011), mentre quello della Valle d’Aosta è aggiornato al dicembre del 2010. Negli altri la frequenza degli aggiornamenti e dei nuovi post è settimanale o peggio, in pochi casi (Emilia Romagna, Abruzzo, Molise e Campania) la frequenza è più serrata. Il sito della Lombardia invece lavora “a progetto”. Al momento insistono sulle dimissioni di Formigoni, da buoni ultimi rispetto a tutte le altre forze politiche di opposizione. Non ho proseguito per andare a vedere i siti provinciali ma mi riprometto di farlo.
Su Facebook le cose non vanno tanto meglio. Ci sono alcune pagine dedicate alle organizzazioni regionali, che hanno dai 28 like del Veneto ai 1689 della Lombardia, e alcuni gruppi che vanno dagli 11 iscritti della Campania agli 822 delle Marche. La pagina nazionale conta invece 25245 like. Sono, complessivamente, numeri ridicoli, e lo sono ancora di più se pensiamo che il movimento ha sfiorato il 20% dei consensi su scala nazionale, che equivale a milioni di persone che voterebbero M5S alle prossime elezioni. Dove si trovano quindi queste persone? Di certo non sul web, dove invece, secondo quello che ci dicono, avremmo dovuti trovarli. Ai vari forum, sia nazionali che locali, partecipano invece più o meno le stesse persone, che di fatto si parlano tra di loro e si dicono le stesse cose. Non vale dire che gli attivisti sono pochi ma quello che conta sono i simpatizzanti/elettori, perché uno dei punti fermi del movimento, una delle 5 stelle, è proprio la democrazia partecipativa, concetto che a me piace da impazzire. Senza partecipazione il movimento cessa di essere quello che vuole essere e diventa un partito come tutti gli altri, fallendo quindi nel suo intento.
Ma torniamo al web perché voglio concludere con una chicca, regalata ancora dal MeetUp 533. Un ragazzo chiede il motivo per cui il suo sito non aveva ancora avuto la certificazione e Carlo Cardarelli, uno dei responsabili, il 6 maggio 2012 risponde così: La cosa credo dipenda esclusivamente da “Casaleggio & Associati” che cura il sito di Beppe. Comunque, prova ad inviare la richiesta tramite posta ordinaria a Beppe Grillo – Casella Postale 1757, 20121 Milano.
Posta ordinaria! Non ci posso credere. Sarebbero questi i maghi del web?