Pendolari del crimine

E’ un fenomeno che negli ultimi tempi si è andato sempre più accentuando: rapinatori e scippatori partono da Napoli e vanno in trasferta a Milano. Una sorta di settimana corta “lavorativa”: partono il lunedì, stanno due o tre giorni a Milano a far scippi e rapine, poi tornano a casa.
Secondo Vittorio Pisani, capo della squadra mobile della Questura di Napoli, sono diverse le ragioni di questa “migrazione” del crimine:
– innanzitutto, a Napoli, dato il contrasto alla camorra, c’è una presenza più massiccia delle forze dell’ordine
– poi, i cittadini di Napoli sono diventati più “scafati”: «Oggi c’è una presa di coscienza da parte delle potenziali vittime. Chi ha l’auto nuova installa l’antifurto satellitare, chi teme furti mette le finestre blindate, chi esce la sera non indossa né gioielli né Rolex»
– infine, non è da escludere, c’è magari il timore da parte di scippatori e borseggiatori di fare involontariamente uno sgarro ad appartenenti alla camorra, derubando questi o loro parenti ed amici.
Insomma, Milano sembra più “sicura” per questo tipo di crimini. Aggiungiamo poi, come già è stato detto, che mentre al Sud le forze di polizia mantengono comunque una presenza costante sul territorio per la lotta alla criminalità organizzata, al Nord invece sono state penalizzate fortemente dai tagli del governo: secondo i sindacati solo in Lombardia alla Polizia di Stato mancano circa 5.000 agenti, facendo di conseguenza venire meno il controllo del territorio. E non saranno certo le “ronde” a risolvere il problema.
E a proposito di scippi: anche dal Nord vengono compiuti abusi

P.S. anche per On the Nord

Dietrofront, camicie verdi

La sicurezza non è più un’emergenza in Veneto.

A pronunciare queste parole non è uno dei soliti buonisti della sinistra, no. E’ Gianmpaolo Gobbo, esponente della Lega Nord. Uno di quelli che il 23 gennaio 2010 fu rinviato a giudizio con l’accusa di banda armata. Sì, esatto, quelli che la banda armata è stata depenalizzata dal governo Berlusconi.

E sapete perché la sicurezza non è più un’emergenza, in Veneto? Semplice, perché mancano i soldi, e allora bisogna eliminare le spese superflue, quelle che, ad esempio, servono a fare cassa in tempo di elezioni. E basta.

Soldi non ce ne sono. La madre di tutto è il federalismo e tutto il resto va da sé, per cui si cerca di fare il meglio con quello che si ha. Non so se verranno tempi migliori, ma oggi come oggi la situazione è questa. Per cui quello che si può fare, si fa. Per il resto invece, se non ce n’è, non ce n’è. Sociale e sanità sono stati salvaguardati e credo che già questo sia molto importante. Dopodiché evidentemente la sicurezza non è più un’emergenza in Veneto.

Perciò dietrofront, camicie verdi. I soldi, in Veneto, non ci sono. Il problema scompare. Ammesso che ci sia mai stato.

La retorica leghista continuerà di certo, nel breve periodo, ad alimentare il mito della sicurezza. Ma nel lungo periodo, se i soldi verranno a mancare in tutta Italia, e sarà necessario tagliare sulla (pseudo) sicurezza, quale fantastica battaglia si inventerà e combatterà la Lega? Dalla secessione, alla devolution, al federalismo. Dai terroni, agli albanesi, agli islamici. Quale nemico ci attende? Io un’idea ce l’avrei.