C’è la soluzione: annessione dell’Insubria alla Svizzera

Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi

Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi

Il federalismo se n’è andato, e anche la secessione non si sente molto bene, in via Bellerio. Spunta, però, un nuovo sogno. Qualcosa su cui lavorare da subito, la strada più facilmente percorribile per allontanare lo spettro del default: l’annessione delle provincie di Como, Varese, Lecco e il Verbano-Cusio-Ossola al Canton Ticino. Sì, avete capito bene: un pezzo di Padania, l’Insubria, che se ne va con la Svizzera. La secessione della secessione, e successiva annessione a un altro Stato nazionale. Lo stesso Stato nazionale che parla dei frontalieri paragonandoli a topi mangia formaggio a tradimento. A terroni.

L’idea è stata lanciata da Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi. Fu proprio lui, qualche mese fa, a cogliere al balzo la campagna dell’UdC sui topi frontalieri per trasformarla in consenso elettorale, al suono di slogan come “gli italiani ci portano via il lavoro”, e di dichiarazioni come “o Tremonti mette a posto (rinnovando gli accordi bilaterali sulle tasse dei frontalieri, ndr), altrimenti buttiamo fuori 10 mila frontalieri. Ne abbiamo 48 mila, entro tre anni dobbiamo andare a 35 mila. Se lo capisce va bene, altrimenti gli spacchiamo le ossa”.

L’idea è stata di Bignasca, dicevamo, e ha riscosso il favore di alcuni esponenti locali della Lega Nord, in provincia di Varese. Le prime risposte sono giunte da Luca, consigliere comunale di Cassano Magnago, e da Matteo Luigi Bianchi, sindaco di Morazzone.

Oggi è arrivato l’appoggio anche di un pezzo da novanta: Stefano Candiani, sindaco di Tradate, segretario uscente del Carroccio in provincia di Varese ed esponente di punta dei maroniti, propone di indire un referendum sull’annessione dell’Insubria al Canton Ticino.

9 pensieri su “C’è la soluzione: annessione dell’Insubria alla Svizzera

  1. A dire la verità per Insubria si intende quell’aria geografica un tempo abitata dai celti insubri, che comprendeva, oltre alle zone citate, anche il milanese, il novarese (mi pare), la Valtellina, il Ticino e i Grigioni. Pertanto il concetto “annessione dell’Insubria al Canton Ticino” non è geograficamente esatto. Dal punto di vista politico invece preferirei non commentare, mi pare un uscita da crepuscolo della Lega

    • No dài Luca, non venirmi fuori con questi commenti…
      Ovvio che la secessione sarebbe (al momento) incostituzionale. Ma le cose cambiano, senza contare che situazioni di crisi potrebbero generare svolte giuridiche improvvise ed extracostituzionali, ovvero quello che è successo mille volte durante la storia romana, ad esempio.
      La proposta potrà essere magari velleitaria, magari inconsistente, o chissà cos’altro, ma dire che si tratti di propaganda da 4 soldi per il fatto che è incostituzionale è privo di senso.

  2. Non si tratta di una novità. E’ anni che se ne parla e la cosa è stata ritirata fuori quest’estate con titoli in prima pagina dei quotidiani locali.

    Milano devono tenerla necessariamente fuori altrimenti con la sua forza il Ticino se lo mangia a colazione.

    daniele,milano

  3. Sono daccordo con te mirko, non sono mai stato leghista, ma mai più di oggi la penso come te e sono in sintonia con il Sindaco di Tradate (Varese), Candiani, che dice: “… A pochi chilometri c’è l’esempio di Paese che sa valorizzare i soldi dei contribuenti, con buoni servizi e infrastrutture all’altezza. Culturalmente e civicamente ci sentiamo più vicini a Bellinzona che a Roma. Abbiamo le stesse radici.”
    Da varesotto sottoscrivo tutto ciò che dici e aggiungo che la Confederazione Elvetica è da secoli (oltre sette!) esempio di democrazia reale e diretta e di rispetto delle culture e tradizioni che ne fanno parte.
    Che decidano democraticamente i cittadini per un’ Insubria Rossocrociata.

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