Sei cattolici bergamaschi su dieci

La Caritas bergamasca ha diffuso un questionario tra le persone impegnate nelle realtà parrocchiali. Oggetto di indagine, gli stranieri.

Sei cattolici bergamaschi impegnati nelle realtà parrocchiali su 10 pensano che l’immigrato favorisca la criminalità, metà circa è convinto che lo straniero porti anche un arricchimento culturale mentre l’altra metà ritiene che le realtà locali e quelle degli immigrati siano unversi non comunicanti.

Le donne intervistate provano come sentimento prevalente nei confronti dell’immigrato il timore mentre gli uomini la curiosità: quasi tutti, l’84 per cento ha avuto contatti personali con  stranieri e va detto che per quattro su dieci tra coloro che hanno conosciuto l’immigrato l’esperienza è stata positiva, per altri quattro in parte positiva in parte negativa.

Lo stesso rapporto Caritas Migrantes, presentato pochi giorni fa, sostiene quanto segue:

Ma i timori e il senso di insicurezza degli italiani dipendono in prevalenza da altri fattori, considerato che:

1. la criminalità in Italia è aumentata in misura contenuta negli ultimi decenni, nonostante il forte aumento della popolazione straniera, e addirittura è andata diminuendo negli anni 2008 e 2009;

2. il ritmo d’aumento delle denunce contro cittadini stranieri è molto ridotto rispetto all’aumento della loro presenza, per cui è infondato (e non solo per il Dossier) stabilire una rigorosa corrispondenza tra i due fenomeni: ciò si desume anche, per quanto riguarda le diverse province, dalla raccolta statistica curata per i Consigli territoriali per l’immigrazione nell’ambito del Fondo europeo per l’Integrazione (2010) e, per quanto riguarda le principali collettività di immigrati (con alcune eccezioni), dal Rapporto del Cnel sugli indici di integrazione(2010);

3. il Rapporto del Cnel ha mostrato che il tasso di criminalità addebitabile agli immigrati venuti ex novo nel nostro paese, quelli su cui si concentrano maggiormente le paure, è risultato, nel periodo 2005-2008, più basso rispetto a quello riferito alla popolazione già residente;

4. il confronto tra la criminalità degli italiani e quella degli stranieri, attraverso una metodologia rigorosa basata sulla presa in considerazione di classi di età omogenee, ha consentito di concludere che gli italiani e gli stranieri in posizione regolare hanno un tasso di criminalità simile;

5. lo stesso coinvolgimento criminale degli immigrati non autorizzati al soggiorno, innegabile, di difficile quantificazione e spesso direttamente legato alla stessa irregolarità della presenza e alle difficili condizioni di vita che neconseguono, va esaminato con prudenza e con rigore in un paese in cui entrano annualmente decine di milioni di stranieri come turisti o per altri motivi.

Queste linee interpretative non devono portare ad “abbassare la guardia”, bensì a vincere i preconcetti e a investire maggiormente sulla prevenzione e sul recupero, coinvolgendo i leader associativi degli immigrati, come avvenuto nel passato con positivi risultati tra i senegalesi.

Un pensiero su “Sei cattolici bergamaschi su dieci

  1. Se si vuole tenere conto della popolazione carceraria, come spesso viene fatto, teniamo anche conto che un’altra percentuale di stranieri appartiene alla classe di età delle persone che delinquono di più.

    Teniamo anche conto che un “irregolare” non può usufruire degli arresti domiciliari, e comunque non può evitare il carcere, quindi spesso ci viene sbattuto per direttissima, e le statistiche risultano quindi inquinate, oltre che senza senso perchè non eque.

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