Quanto piace la Lombardia agli stranieri

Un articolo comparso oggi sul Corriere cita alcuni dati prelevati da un documento del Comitato Investitori Esteri di Confindustria, documento che trovate qui.

Alcuni dati utili per inquadrare il fenomeno degli investimenti diretti esteri (IDE) in Italia sono: 14.000 imprese a partecipazione estera, per 1.300.000 lavoratori e 500 miliardi di fatturato all’anno. Il valore aggiunto dalle partecipazioni estere al PIL è pari al 6,9% del PIL stesso. Secondo il documento – che riporta stime di McKinsey – ogni 10 miliardi di euro aggiuntivi di investimenti diretti esteri potrebbero generare 2,5 miliardi di euro all’anno di valore aggiunto diretto, 100 milioni di euro all’anno di valore aggiunto sull’indotto e lo 0,23% di crescita strutturale del PIL all’anno. Si registra, però, un gap importante rispetto agli altri Paesi europei, e una diminuzione di IDE del 53% tra il 2010 e il 2011, a fronte di una variazione del -7% della media di Germania, Francia (invariata), UK, Italia e Spagna:

A perdere nel confronto – scrive oggi Giovanni Stringa sul Corriere – non è solo l’Italia in generale, ma anche la sua zona più «dinamica» e internazionale, la Lombardia.

Il declino lombardo, stando all’articolo del Corriere, si dovrebbe dedurre dal fatto che solo 9,2 lavoratori lombardi su 100 sono impiegati in imprese a partecipazione estera,

la metà dell’Ile-de-France (Parigi e dintorni) e della Comunidad de Madrid. E se Parigi è pur sempre Parigi e Madrid, nonostante la crisi, è pur sempre Madrid, a battere la Lombardia ci si è messa anche la regione francese di Rodano-Alpi: ben lontana dal fulcro parigino eppure sempre più internazionale della Lombardia, battuta 10,6 a 9,2.

I dati sono questi:

Non so perché, ma la prima cosa alla quale ho pensato è che la Ile-de-France e la Comunidad de Madrid sono le regioni nelle quali ci sono le capitali di Francia e Spagna, e lo stesso Lazio, cerniera tra le medie e basse percentuali del centro e sud Italia, registra un dato al di sopra della media. Su Berlino la faccenda è più complicata e non abbiamo il dato, ma possiamo avere il dubbio che la presenza della capitale sia determinante per gli investimenti diretti esteri nella regione?

Al contrario, Catalogna, Baden-Württemberg e Rodano-Alpi non sono le regioni della capitale, ma sono tre dei cosiddetti “Quattro motori per l’Europa“: non proprio l’ultimo arrivato, il lontano dal fulcro parigino Rodano-Alpi. Il quarto motore è la Lombardia. Tra l’altro, il fatto che la Lombardia raggiunga livelli tanto elevati a fronte di una media nazionale tanto bassa, fa pensare a una straordinaria capacità attrattiva, pari a quella della Svizzera e della Germania intera, nonostante i contesti nazionali siano differenti.

Viene da chiedersi quali sarebbero le capacità attrattive della Lombardia in un contesto tedesco. Probabilmente i titoli di Stato italiani diventerebbero quelli su cui calcolare lo spread.

18 pensieri su “Quanto piace la Lombardia agli stranieri

  1. “Viene da chiedersi quali sarebbero le capacità attrattive della Lombardia in un contesto tedesco.”

    Dài Stefano, per favore, non mettermele giù così di botto certe frasi, che, primo, le malinterpreto e penso che stai invocando la secessione della Lombardia e l’eventuale ingresso in un nucleo duro comunitario a matrice teutonica (e magari, dico io!) e, secondo, in questi giorni ho la digestione un po’ difficile e a metà pomeriggio una suggestione così, passati pochi secondi e realizzato quanto siamo fessi noi Lombardi a non trasformarla in realtà, cado in sconforto.
    Dài, cacchio, occupiamoci solo di Sanremo e Celentano, del dibattito sulle Olimpiadi e, al limite, se proprio si vuole andare sul pesante, discutiamo se Paola Perego ha fatto bene a farsi restringere le poppe (io ovviamente dico di no 🙂 )

    Psicodrammi a parte, bell’articolo.

    • Psicodramma personale (parte seconda):

      Pescante a commento della bocciatura di Roma2020 da parte del Governo Monti:
      “Da parte nostra c’era anche l’illusione che i Giochi potessero dare un contributo per il rilancio del paese e per spiegare ai giovani che nel 2020 ci saremo”
      Mia interpretazione personale: quindi no Olimpiadi no Italy? Finis Italiae entro il 2020?
      Probabilmente comincio ad avere le traveggole, forse è per via di San Valentino…

  2. Oh, ma finalmente ci sono anche cronache che riportano fatti positivi e persino con una carta analisi critica delle baggianate dei pennivendoli, complimenti!

    Ottimi gli ultimi due paragrafi.

    Nel penultimo, quel “tra l’altro” è cruciale: infatti l’attrattività degli investimenti è condizionata in buona parte non già da fattori locali, ma nazionali: le leggi innanzitutto (p.es. sul credito) e poi sistema giudiziario, burocrazia di competenza centrale, scelte strategiche in materia di trasporti (vogliamo parlare del comparto del trasporto aereo, dei porti o del fatto che si approva la costruzione dell’AV/AC Na-Ba e non Mi-Ve-Ts o Mi-Gottardo/Sempione-Lötschberg?), ecc. Dunque il livello di attrattività della Lombardia – praticamente identico a quello del Baden-Württemberg è, al netto di questi fattori, straordinariamente alto.

    Ed è per questo che l’ultimo paragrafo ha ancora più senso.

    Diversamente da quanto dice l’articolo del Corriere che identifica il livello di internazionalizzazione di un territorio solamente con gli IDE, esistono invece altri fattori almeno altrettanto importanti: innanzitutto gli investimenti in senso opposto, cioè quelli del territorio in questione verso l’estero (da questo punto di vista la Lombardia è largamente la regione italiana che esprime la maggiore capacità, se non latro per la presenza di grandi banche e gradi imprese industriali). Poi p.es. il livello di popolazione immigrata sulla popolazione totale (anche questo indice in Lombardia è molto elevato, certamente più delle altre regioni italiane e più della media dei paesi europei). Infine i flussi turistici in entrata (dove la Lombardia è ben piazzata ma non certo quanto Veneto, Trentino-Alto Adige, Toscana, Romagna e Lazio) e in uscita (dove invece è prima). Sarebbe interessante approfondire anche un po’ questi.

    daniele,milano

  3. Chissà come sarebbero sfruttate le potenzialità della Lombardia se fosse uno stato indipendente, con la possibilità di impegnare tutte le proprie sudate risorse per il proprio interesse, sviluppo e sussistenza della propria comunità. Cari amici del PD che vivete in Lombardia e andrete in pensione a 70 anni (forse), che pagate la benzina 1,80€ e chissà in futuro, che se percorrete 100km di a4 pagate 6€ (mentre oltralpe con la stessa cifre vi fate il bollino mensile), che pagate dei ticket da clinica privata o che magari girate per le strade del vostro comune con pericolose voragini nonostante il bilancio sia ampiamente in attivo ma i fondi non possono essere spesi perchè bisogna consegnarli a mamma Roma provate a farvi due domande e provate a chiedervi qual’è la causa del vostro incerto e precario futuro. Non è difficile arrivarci, ricordatevi che Bersani o Napolitano mangeranno lo stesso alle vostre spalle 😉

    • Il problema è che non riusciamo a pensare esclusivamente al “proprio interesse” e alle volte non capiamo neanche bene che voglia dire “propria comunità”.
      Poi, dati i precedenti in camicia verde, penso sia piuttosto scivoloso il terreno del “Bersani e Napolitano che mangiano sulle nostre spalle”.
      Saluti unitaristi :),
      stefano

      p.s. comunque, no, il PD non ci dà un euro.

      • Caro Stefano,
        il grande insegnamento della filosofia greca, almeno per ciò che concerne il rapporto fra la realtà in cui viviamo e la possibilità di capirla ed interpretarla, è riassumibile nel seguente concetto: la quantità determina la qualità.
        Traduzione: ogni granellino di polvere (o elemento atomico, se si preferisce) è simile agli altri, ma solo in qualche caso chiamiamo la somma di quei granellini “montagna” e in latri casi “collina”. Perchè distinguiamo? Su quali basi lo facciamo?
        Distinguiamo perchè qualsiasi persona di buonsenso è in grado di capire che una montagna è “diversa” da una collina e come basi usiamo, appunto, il buonsenso e qualche evidenza matematica che resta comunque un dato relativo.

        Questa premessa, lo avrai già capito, per spiegarti che il concetto di comunità politica il cui interesse si sente come proprio è innanzitutto dato da un elemento “matematico” (nel nostro caso, la Regione Lombardia ha proprie istituzioni, abitanti, confini amministrativi, ecc.) e, secondariamente, da un elemento di buonsenso (i dati forniti dalla statistica ci dicono che fra la Lombardia e altre Regioni facenti parte dello stato italiano, che distano soltanto qualche centinaio di chilometri, un nonnulla in termini mondiali, ci sono però differenze socio-economiche e, inutile negarlo, civico-culturali, enormi, differenze che non si ritrovano, con la stessa rilevanza e le stesse conseguenze, in altri stati unitari europei).

        Quindi, concludendo, si può benissimo cercare di pensare anche agli “altri”, ma ci sono dei momenti storici in cui bisogna pensare a “se stessi”, cioè, nel caso in questione, a chi condivide con te l’appartenenza ad una comunità politico-istituzionale più ridotta, in termini dimensionali, rispetto a quella statuale.
        E’ così ovunque e da sempre.
        Proclamarsi cittadini del mondo o, in nome del’unità italiana, sminuire o disconoscere la propria appartenenenza civica alla comunità locale di cui si è cittadini, significa soltanto sfuggire alle proprie responsabilità civili e consegnarsi, abbastanza codardescamente, a chi, invece, la difesa dei propri interessi la pratica a tutto spiano. Infatti gli abitanti del Lazio-Mezzogiorno vogliono i nostri soldi, per difendere il loro interesse a vivere parassitariamente alle nostre spalle.
        E in tutto questo discorso le camicie verdi sono solo un alibi: una volta spazzate via dalla storia, i problemi resteranno intatti e prima o poi verrà il momento delle scelte.

        Saluti separatisti 🙂 ,
        Alex

      • Intanto l’82% degli esercizi commerciali controllati a Napoli evadevano. Pensate pure agli altri, che intanto essi pensano solo a loro stessi che con le nostre risorse parassitano e ci stanno trascinando nel baratro (della classe politica non me ne frega nulla, io parlo di cittadini perchè al sud è la gente comune che evade spropositatamente, che campa di posti pubblici inutili o di pensioni e sussidi vari falsi). Usare il solito alibi della Lega è ridicolo, perchè ciò che la lega è diventata non cancella affatto la realtà dei fatti che le differenti regioni italiane manifestano palesemente. Continuate a legittimare lo stato che vi sta togliendo il futuro per ingrassare mafiosi e parassiti altrimenti Napolitano piange; contenti voi contenti tutti, ma abbiate il buon senso di tacere quando vi viene fatta notare l’innegabile realtà dei fatti: qualcuno questa vocazione missionaria ( o sarebbe meglio chiamarla “autolesionista”) non ce l’ha e non vuole fare una brutta fine per colpe che non ha.

      • Ma che stai dicendo? Non ho usato alcun alibi per negare i problemi, sei stato tu a tirare in ballo Bersani e Napolitano: ti ho solo fatto notare che quella che per anni si è proposta come classe dirigente del Nord non è stata molto meglio del resto. Per questo motivo parlare di Bersani o Napolitano può essere molto scivoloso.
        E guarda che non mi stai facendo notare proprio nulla di nuovo col dato dell’evasione a Napoli.
        Saluti,
        stefano

      • “ti ho solo fatto notare che quella che per anni si è proposta come classe dirigente del Nord non è stata molto meglio del resto”.

        Stefano, due appunti.

        Primo. Non confondiamo la “classe dirigente” con la “classe politica”. La seconda fa parte della prima, ma la classe dirigente nel suo complesso è composta da molti altri soggetti e spesso ben più potenti dei politici. SOlo Rizzo e Stalla continuano a menarla sulla “casta” occupandosi dei politici ma evitando accuratamente di occuparsi per esempio di banche e imprese. Forse perché banche e imprese sono quelle che gli pagano lo stipendio al Corriere?

        Secondo. la classe dirigente politica del Nord – di destra come in Lombardia e Vento o di sinistra come in emilia Romagna – è OGGETTIVAMENTE migliore se è vero, com’è inconfutabilmente vero che l’efficienza e l’efficacia delle macchine amminsitrative governate da loro sono migliori rispetto a quelle altre aree del Paese.

        Di Formigoni & Co. (o di Galanb e Zaia, o di Ghigo, Bresso e Cota o di Errani) si può dire tutto il male del mondo – ed è giusto farlo – ma non si può non dire – ed è stupido farlo – che hanno governato la macchina amministrativa della Regione Lombardia bene o comunque infinitamente meglio dei loro omologhi del Mezzogiorno. IL Nord, da questo punto di vista E’ MEGLIO e lo è OGGETTIVAMENTE (dunque non si parla di opinioni e punti di vista).

        daniele,milano

    • Più che altro , piu che del proprio interesse , del territorio, comunità e di chissà cosa altro, dovremmo invece chiederci se vale la pena sacrificare gli amici, le persone a cui vogliamo bene , il loro futuro e il loro vivere in uno stato che faccia davvero il loro interesse e non quello di criminali e mafiosi , in nome di una bandiera e di un concetto di unità e patria che solitamente appartiene a ben altre forze politiche.

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