L’evasione e le Regioni

Tratta da cadoinpiedi.it, pubblichiamo una mappa dell’evasione in Italia, che cercheremo di interpretare:

La mappa necessita senza dubbio di un’interpretazione. L’unico dato che appare evidente è che le regioni del nord e le regioni rosse si caratterizzano per la bassa intensità dell’evasione fiscale. Inoltre, mano a mano che si percorre la penisola diminuisce l’entità dell’evasione ma aumenta l’intensità.

Quantomeno curiosa, in un contesto di analisi dell’evasione fiscale, l’individuazione di aree “con problemi sociali” e aree “pericolose”.

Comunque, la parte dell’infografica che mi è sembrata più interessante è l’ultima. Anche in questo caso sembriamo trovarci di fronte a fenomeni che, gradatamente, mutano percorrendo l’Autostrada del Sole, e cioè: al nord evasione di alta entità e concentrata; al centro evasione di media entità e diffusa; al sud evasione di bassa entità e capillare. Un ritratto quasi plastico. I profili degli evasori, quindi, sono diametralmente opposti. Al nord – secondo questi dati – sono pochi ad evadere, ma evadono somme molto consistenti, il che fa pensare ai piccoli e ai microimprenditori, spina dorsale del tessuto produttivo del nord, che probabilmente hanno una propensione all’evasione decisamente bassa. Al contrario, a sud, troviamo un’evasione bassa ma “capillare”, che fa pensare all’assenza di grandi capitali e quindi di grande imprese con elevate capacità di evasione, e a un’evasione “dello scontrino”.

Quale sia peggio, non lo sappiamo. Sappiamo che, sicuramente, sono necessarie politiche di contrasto differenti, da nord a sud.

29 pensieri su “L’evasione e le Regioni

    • A parte diversi dubbi sui dati assoluti di questa mappa, non capisco la tua obiezione, Luca. Nella mappa vera e propria si opera una distinzione sull’intensità di evasione, e penso che fin qui siamo tutti d’accordo.
      Nei riquadri in basso – che appunto mi sembrano quelli più critici – si dice che in Calabria (semplifico al massimo) evadono in 93 su 100 e tutti evadono la stessa somma, mentre in Lombardia evadono in 20 su 100, ma di quei 20 l’evasione si concentra nelle mani di pochi. Quello che rimane, in Lombardia, sono soggetti che non hanno la facoltà economica di evadere grandi capitali e quindi evadono somme prossime allo zero.
      In questo senso non so se sia peggio essere uno dei 93 calabresi (certo, 93 su 100 sono tanti, facendo pensare a un fenomeno sistemico) o uno dei 10 lombardi.
      Il danno al fisco è dato dalle cifre assolute (sulle quali ho qualche riserva).
      Quello che mi sembrava interessante è il profilo differente dell’evasore, partendo dal quale, al nord, è possibile trarre conclusioni riguardanti la piccola impresa che non genera redditi (della singola impresa) stratosferici.

      • Appunto Stefano secondo me è peggio che 93 persone su 100 evadano, l’evasione in Lombardia (meno in Veneto ed Emilia) è nella media di molte altre realtà europee comparabili. E secondo me equitalia dato che sa che insistendo in territori come la lombardia e il veneto recupera più soldi che insistendo a sud si concentra in questi territori. Una cosa che bisognerebbe capire è che se si attua una feroce politica di recupero senza una conseguente riforma del fisco il sistema economico andrà a rotoli, questo non significa che bisogna evadere ma riconoscere che il sistema attuale è di oppressione fiscale. Invece sento parlare di evasione come un fenomeno scollegato dalla realtà fiscale, economica e statale, secondo molti basterebbe recuperare tutti sti soldi (impossibile recuperarli tutti, forse la gran parte) e le tasse si abbasserebbero.
        Sbagliato, bisogna correggere tutti quegli squilibri che hanno permesso l’esplosione del debito pubblico riformare il fisco (la giustizia civile) ed abbassare la pressione fiscale.

      • @Stefano

        Io credo che se si parla di piccola imrpesa che “non genera redditti stratosferici” si debba guardare a quella realtà a tutto tondo e non solo dal punto di vista fiscale.
        Complessivamente – benché il panorama sia estremamente differenziato – la piccola impresa, soprattutto industriale, ma forse anche commerciale – genera ricchezza, e tanta. Il problema è che quella ricchezza è saccheggiata da una pluralità di arraffoni su ogni fronte:

        1) una pressione fiscale su impresa e lavoro che non ha pari in Europa (oltre il 60%, quando altrove – e non parlo delle “tigri del Baltico”, ma di Germania, Danimarca, Svezia – oscilla tra il 20% e il 30%; cui si aggiunge spesso anche un atteggiamento oggettivamente violento e vessatorio, piueno di costi inutili;

        2) un peso dei procedimenti che coinvolgono le pubbliche amnministrazioni – siano esse del fisco, degli enti locali o della giustizia – abnorme in termini di produzione di documentazione e di tempi dei procedimenti, dunque di costi;

        3) un costo dei fattori (in particolare energia, trasporti e credito) assolutamente esorbitante rispetto ai competitor europei e spesso molto peggiore in termini di qualità ed efficienza;

        4) un sistema creditizio che assegna il 90% delle risorse al 10% delle imprese (le più grandi e le più ammanicate) e il 10% al restante 90%, di fatto strangolandole;

        5) un costo molto pesante pagato in ritardi dei pagamenti non già (o comunque non solo) da parte dello Stato verso le imprese (come tende a dire Confindustria, difendendo le grandi), ma delle imprese grandi nei confronti dei fornitori piccoli.

        6) il diffondersi capillare (specie in alcuni settori) della criminalità organizzata che, quando non ti taglieggia, ti sbatte fuori mercato. Un fenomeno del tutto sconosciuto, in questa misura nel resto d’Europa e, fino a pochi anni fa, aneche nelle regioni di impresa italiane, cioè al Nord.

        7) personalmente credo anche che ci sia sempre di più un problema di bassa qualità del “capitale umano” e che sia essenzialmente dovuto all’assurda “flessibilizzazione” del lavoro, ancor più che non dalla crisi del sistema formativo. perché è chiaro che se tendi a un modello in cui “il posto fisso te lo devi dimenticare” e vagabondi tra mestieri del tutto diversi (dal cameriere, al fattorino, dall’operaio non specializzato all’operatore di call centere) è evidente che non potrai mai disporre del tempo e della stabilità necessari a costruirti qulle competenze specifiche di mestiere che solo l’esperienza può darti.

        Se a questo aggiungi la crisi che comporta riduzione delle vendite, ritardo dei pagamenti e negoziazioni al ribasso sul loro importo anche da parte dei clienti è evidente che la piccola impresa sembra che non generi ricchezza. In realtà la genera, ma viene saccheggiata. E se tu – come dice Ricolfi nel suo ultimo libro – prendessi un’impresa sana e competitiva di un qualsiasi paese europeo e la mettessi in Italia, con tutta probabilità fallirebbe (basta guardare, non a caso, alla bassa quota di investimenti diretti esteri in italia) e, al contrario, se tu prendessi una delle piccole imrpese che qui stentano a sopravvivere o rischiano di chiudere e le mettessi in un normale contesto europeo, sarebbero invece molto più che sane e senz’alltro molto comeptitive (e non è un caso che da alcuni anni sia iniziata la migrazione di imrpese italiane non verso la Romania per risparmiare sul costo del lavoro, ma in Svizzera, Slovenia e Austria per risparmiare sui costi qui sopra elencati).

        Vedere la piccola imrpesa solamente come unità inefficiente (per via delle basse economie di scala) e come soggetto “cosustanziale all’evasione” (parole di Visco) è un errrore che la sinsitra si porta dietro da 40 anni. Ed è un errore stupido. Non c’è da meravigliarsi che poi, di fronte a provvedimenti del governo che colpiscono sempre e solo i soliti, cioè i produttori (aumento Iva, aumento Irpef, aumento pedaggi autostradali, aumento carburanti, aumento elettricità e gas, “liberalizazioni” del tutto inutili, ulteriore accanimento fiscale, ecc.) questi poi finiscano tra le braccia della Lega o, peggio, molto molto peggio, del fascitame che serpeggia nel centrosud. Se la sinistra si pone contro di te (Bersani: “sulle liberalizzazioni si poteva fare di più e di meglio”) a chi cacchio poi rivolgerti d’altri?

        daniele,milano

      • Ho capito che gli euri rappressentano “miliardi” di evasione (anche se i numeri lasciano a desiderare), ma gli omini? Che rappresentano? Non si capisce.
        Tu tiri le tue conclusioni, ma il modo in cui sono presentati i dati è abominevole. li si può interpretare come hai fatto tu, o in altra maniera, o non so.

  1. L’infografica conferma quello che si sa da tempo: al Nord evadono in pochi grande somme, al Sud evadono in tantissimi piccole somme. Questa è anche la ragione per la quale è molto più efficiente – dal punto di vista dell’Agenzia e di Equitalia – perseguire l’evasione al Nord che non al Sud: a parità di sforzo è più facile e più redditizio beccare uno che evade qualche milione che beccarne migliaia che evadono qualche migliaia anche se insieme fanno qualche milione. E’ il concetto espresso in uno degli studi dell’Ufficio Studi dell’Agenzia linkato da Luca.

    Mi tornano invece nuove le cifre. Sarebbe il caso di avere un’indicazione più precisa della fonte (che nel link originale è citata molto genericamente come “Agenzia delle Entrate”) per capire se si tratta di dati su riscontri oggettivi (e su quali imposte e quale periodo), stime o altro. A naso mi verrebbe da dire che si tratta di riscontri, viste le cifre relativamente basse e la sproporzione tra Nord e Sud nei valori assoluti.

    Altra cosa su cui starei attento, molto attento, è – e questo si riferisce alla tua interpretazione, Stefano – ad additare le piccole e microimprese come responsabili dell’evasione al Nord. Innanzitutto perché le microimprese è davvero difficile che possano evadere “grandi somme”, intanto perché non le hanno e poi perché non hanno accesso facile alle competenze necessarie per evadere grandi somme, che non sono banalissime. Probabilmente è più facile – e anche questo si trova negli studi dell’Agenzia – che si possa differenziare tra settori: commercio in generale, settore turistico, ristorazione, per esempio. Molto più complicato nell’industria, dove al limite si può giocare sull’Iva nel commercio con l’estero, ma ormai neppure più di tanto.

    Naturalmente poi c’è il credito e la finanza. ricorderei che le principali banche italiane hanno transato con il fisco – patteggiando per non far procedere gli accertamenti – oltre 1 miliardo di euro nel solo 2011. Campionissima Intesa Sanpaolo dell’attuale ministro Passera, con 270 milioni più sanzioni e interessi versati al fisco nel patteggiamento.

    In ogni caso Luca ha ragione. Sul Corriere, tempo fa era citata una ricerca internazionale – che purtroppo non mi sono appuntato – in cui l’ammontare dell’evasione in Lombardia rapportato al PIL era addirittura inferiore alla media tedesca e molto vicino a quella scandinava (secondo Ricolfi e altri, sta intorno al 12% del PIL, se non ricordo male). nelle regioni meridionali, invece, il livello era più o meno quello greco.

    Infine, posto che l’analisi dell’evasione sia fondamentale, non scorderei un paio di altre pratiche capaci di sottrarre somme gigantesche: 1) l’elusione, meccanismo tipicamente usato dai grandi e grandissimi soggetti (volgiamo chiamarli “Luigini”?) in grado di pagare grandi cifre per acquisire competenze che consentano loro di sfruttare qualche buco normativo per non pagare legalmente le tasse dovute; b) i capitali illeciti tout-court, perché non è vero che al Sud non ci sono “grandi capitali” come dici, anzi ce ne sono di giganteschi, solo che sono del tutto occultati, si chiamano proventi da attività illecite guadagnati da quei soggetti annoverati nella criminalità organizzata, circa 140 miliardi di euro/anno secondo l’ultimo rapporto di SOS Impresa di Confesercenti (che varrebbe al pena di leggere e commentare, per inciso).

    daniele,milano

    • Ho letto velocemente i commenti. Comunque mi è sembrato di capire che tu Daniele abbia letto l’opposto di ciò che ho scritto, e cioè che 1. Le pmi prese singolarmente (“singolarmente” l’ho scritto apposta…) producono redditi non stratosferici (al netto di tutti i costi e sella tassazione stratosferica), e che tenendo conto di ciò e dell’evasione che sembra concentrata in poche mani forti, si può concludere che 2. Le pmi e le microimprese abbiano tassi di evasione prossimi allo zero.
      Sulle tue osservazioni sul mondo delle pmi sono d’accordo.

      • Sì ha letto l’opposto anche secondo me.

        Però mi spieghi come interpreti gli omini? Da dove vengono fuori? Perché due tre e cinque omini?
        Io non capisco proprio cosa siano!

      • @Valerio: Per come è costruita, sembra che le sagome vogliano indicare quante persone evadono sul totale, a prescindere dall’entità. Quello che si ricava sarebbe 2/5 al Nord, 3/5 al Centro, 5/5 al Sud. A livello grafico non è il massimo, perché non rispecchia dei dati, se dei dati ci sono.

        @Daniele: Riguardo ai dati. Sul famoso documento dell’Ufficio Studi dell’Agenzia delle Entrate, alla Lombardia è attribuita una cifra pari a 21.489 in milioni di euro di evasione. Qui si parla di 2,7 miliardi di euro. O mi sfugge qualcosa, o qualche virgola è nel posto sbagliato.

      • @Stefano il documento da me linkato è relativo all’IRAP.
        Il titolo è:
        “Analisi dell’evasione fondata sui dati IRAP Anni 1998- 2002”.

    • A me ha fatto ridere. E’ satira.
      Una macchietta che racchiude tanti luoghi comuni, in forma comica e umoristica (che poi di tipi così ne ho sentiti in giro…).
      E poi che doveva fare? L’imprenditore evasore, ignorante e stupido SICILIANO? Quelli, ai comici, van bene per fare i mafiosi… E perché non vanno a farlo davanti ai parenti di Falcone e Borsellino?
      Battista (Tita) è nulla più che un Pantalone (http://it.wikipedia.org/wiki/Pantalone) del XXI secolo. Anche al tempo si divertivano così: a prendere in giro i mercanti, nonostante tutti quelli che morivano in mare.

    • Valerio sono d’accordo con te, ma per quanto sia libero di dire quel che vuole a qualcuno che vive il disastro attuale sulla sua pelle può non piacere.
      Se voleva far un evasore fiscale perchè non parla semplicemente italiano? perchè un veneto? tu mi dirai: perchè no? , appunto è satira può far quello che vuole.
      La realtà veneta comunque è ben diversa da quella dei luoghi comuni…..si sveglieranno i veneti un giorno? boh….se spera.

  2. il mio commento va a tutti coloro che pensano che al sud si evadono le tasse invece di fare conti che non conoscete provate a venire a vivere in calabria dove in una famiglia di 3 persone ne lavora una sola quando lavora, per solo 800 miseri euro al mese meno il costo medio di 80 € enel 20 € gas 15 € rifiuti,e acqua restano 685 € che diviso 3
    fa 225 € a persona per viverci un mese intero senza macchina, ne mezzi per recarti al prestigioso posto di lavoro ( tutto questo se ai casa tua)
    cosa poco probabile se da una vita ai vissuto al sud (si possono pagare le tasse come se il nucleo famigliare guadagnasse 3000 € o si possono solo evadere queste famose tasse
    risparmiatevi pure la frase fatta colpa vostra terun non giustifica nulla visto che state piombando nella nostra stessa situazione, chiediamoci invece insieme e se fosse colpa di chi ci amministra? e non dei soliti terun, saremmo tutti un po più italiani.ciao a tutti e fate la more e non la guerra con i vostri connazionali e ciò che vogliono i nostri politici cosi possono gestirci meglio.

    • Sai quando da una parte del Paese ci sono 11.000 forestali e si evade quasi il 100% dell’Irap non è che ti puoi aspettare miracoli.
      Cosa significa che arriveremo ad essere in crisi come voi? scusa ma cos’è godi?
      e la ndrangheta che sta comprando tutte le aziende in crisi per tasse, burocrazia, giustizia ecc e ci vieni a dire le solite amenità che siamo tutti italiani fate l’amore non fate la guerra? ma di cosa stiamo parlando ? va be se questa è l’Italia….

      • Bravo Alfredo, concordo! Io ho sintetizzato al massimo… ma il concetto è esattamente quello che hai espresso tu! Al nord evadono i ricchi per mantenere il potere, per arricchirsi, per vivere sulle spalle degli onesti, al sud evadono i poveri, per fame, per bisogno, perché non hanno i soldi per arrivare a fine mese, perché non hanno nemmeno l’indispensabile!

        Gentilissimo Luca, la storia dei forestali sta in piedi perché conviene al governo. Fino a quando non ci sarà lavoro, i grandi partiti del nord potranno continuare a barattare un pacchetto di voti per un posto di lavoro. Il sud è solo un bacino di voti… niente più. Non c’è lavoro, non ci sono infrastrutture, non ci sono servizi… vengono tutti con le false promesse e poi se ne tornano lasciando esattamente tutto com’è!
        Se lo stato volesse davvero sconfiggere le mafie, lo farebbe in un paio di anni. Ma alla politica, ai governi che si alternano, le mafie fanno comodo! E chi ostacola queste “trattative” viene eliminato. Quella di Borsellino è una strage di Stato! Persino il tritolo usato è di provenienza militare!
        Quando Alfredo dice che “state piombando nella nostra stessa situazione” ha solo scattato una foto della realtà. Prima le grandi industrie venivano al sud aprivano le loro belle fabbriche, per fregarsi gli incentivi PUBBLICI e il giorno dopo chiudevano, lasciandoci le illusioni e i disastri ambientali. Sai quante “cattedrali nel deserto” sono state fatte dalle grandi imprese del nord (in collaborazione con le mafie) qui a sud? Adesso la fiat (giusto per fare un esempio) si prende gli incentivi PUBBLICI e va ad aprire i suoi punti in America chiudendo le fabbriche del nord. Ecco, a questo noi siamo abituati da anni, da sempre… adesso succede anche a voi. Non si gode di questo (come si potrebbe?) semplicemente conosciamo e riconosciamo il fenomeno.

        E chi ci rimette sono solo i lavoratori, quelli del nord come quelli del sud. Non ci sono persone migliori e persone peggiori, siamo tutti usati dal sistema in maniera diversa. La colpa è di chi amministra e, ovviamente, nostra perché li lasciamo fare. Ma che senso ha prendersela con lo sfrattato che si impicca del sud o con il piccolo imprenditore che si dà fuoco del nord? La guerra dei poveri!

      • @ Sciara

        NON SIAMO TUTTI UGUALI, al di là della consueta, noiosa e stucchevole retorica “pro-Sud sfruttato” di cui tu dai ampio sfoggio.
        La Lombardia è uno dei quattro motori d’Europa, da noi non aspettiamo il lavoro portato da qualche industriale, da noi il lavoro lo creiamo. Da voi, no. Da voi si creano le mafie. E quelle, in effetti, le esportate.
        E non rispondermi “sei un razzista” perchè sono nipote di un napoletano e della razza non me ne frega una mazza. Mi interessa la cultura, invece. Ed è stato proprio Falcone, ad esempio, a dire che in Sicilia il tasso di mafiosità è un elemento devastante. La cultura. Quell’elemento che ci piace tanto riconoscere quando vogliamo che si rispetti “l’Altro”, ma che poi si preferisce nascondere quando alcuni aspetti dell’Altro sono repellenti.

        Saluti separatisti lombardi,
        Alex

      • L’argomento “sono nipote di un napoletano e della razza non me ne frega una mazza” è un argomento stupido (forse l’avevo già scritto). Come “non sono contro i gay, infatti ho un sacco di amici gay”. Non dimostrano nulla.

  3. grazie sciara per per aver interpretato il mio pensiero in modo realistico e non sarcastico come il nostro amico luca, evidente mente mi sono espresso poco bene non volevo per niente alludere ad un mio godimento pensando che il nord possa finire come il sud al solo pensiero mi si spezza il cuore, con il mio commento o solo provato a mettere in guardia tutti coloro che non conoscono la nostra realtà.
    nella mia vita o già vissuto due volte questa grande crisi visto che dalla meta degli anni 70 fino
    al 1985 in calabria dove vivo abbiamo avuto anni di boom economico per poi vederlo svanire
    non voglio spiegare passo per passo come può essere che accadono certe cose ma da testimone che sono posso dirvi che le nostre terre sono sempre state manipolate,deturpate,saccheggiate e divorate da amministratori del sud come del centro e del nord. ora al sud per gli amministratori le risorse economiche sono agli sgoccioli quindi temo sopratutto per chi vive al nord,vedi caro luca mi rivolgo a te con affetto questa gente butta fumo negli occhi al popolo per poterli spingere nella direzione che vogliono senza che vedano che anno davanti un baratro,inoltre confido tantissimo in voi del nord per che siete molto più istruiti di noi, noi che anche questo ci e stato tolto visto che oggi siamo quasi arrivati che per studiare bisognerebbe mandare i figli alla bocconi ( pensa alle mie 800 € emi dirai che non e possibile) e proprio vero la mia paura e che mentre aspettavo che qualcuno del nord venisse ad amministrare il sud e ripulirlo dalla feccia ai fini di rendere l’italia tutta nuovamente il giardino del mondo che eravamo, potrebbe succedere solo con una lotta libera e democratica come le prossime elezioni stando tutti uniti.
    ps gli 11.000 forestali sono solo 11.000 voti appartenenti a chi sa chi parti dal presupposto che nessuno da niente per niente la razza umana e accomunata da un unica caratteristica sete di potere ed egoismo.
    ciao luca e scusami se in qualche modo non voluto sono riuscito ad’irritarti non era mio intento
    un saluto anche a te sciara

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